lunedì 18 aprile 2011

Tripletto del Leone

Il Tripletto del Leone (anche noto come Gruppo di M66) è un piccolo gruppo di galassie che dista circa 35 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione del Leone. Il gruppo è formato dalle galassie a spirale M66, M65 e NGC 3628.


M66, M65, NGC3628 grande campo
Sempre la stessa foto, ma ho cercato di eliminare il gradiente luminoso 
e di trattare le stelle separatamente. Secondo me il miglioramento è evidente!
Ho utilizzato le procedure riportate in questo sito .


M66, M65, NGC3628 crop 100%

M66, M65, NGC3628 grande campo

M66, M65, NGC3628 crop 100%


Singolo scatto a 400 iso


Montatura cg5 gt, macchina fotografica Canon 20d, ottica quadrupletto Ts65, telescopio guida Orion short-tube 80, autoguida lvi smart guider. Somma di 14 scatti da 5 minuti l'uno per un totale di 70 minuti, 8 flat e 7 dark. 

La somma delle foto è stata realizza con DeepSkyStacker mentre per l'elaborazione ho utilizzato photo shop. 

lunedì 11 aprile 2011

Appunti


Qual'è la lunghezza focale massima da utilizzare nelle riprese planetarie?


In alcuni libri si trova esempi del genere:

Prendiamo come esempio un telescopio di diametro D=150 mm, con focale f=750 mm, supponiamo che al fuoco si trovi una Philips Toucam pro, il cui sensore è costituito da pixel quadrati 5,6 micron di lato.
1 risoluzione teorica = 120/D =120/150=0,8" sec d'arco
2 campionamento ottimale = 0,5 x risoluzione teorica telescopio = 0,4" x pixel
3 focale equivalente = (206xdimens pixel)/campionamento ottimale = 206x5,6u/0,4"= 2884 mm

Come mai molti utilizzano focali molto più spinte tipo f/30 o f/40 ?

Ecco alcune mie considerazioni:
Per semplicità ho fatto un esempio considerando Rayleigh comunque spero che il concetto si capisca ugualmente. In figura 1 è rappresentata la figura di rifrazione di una sorgente puntiforme prodotta da un'ottica cilindrica. in figura 2 due sorgenti luminose al minimo della distanza secondo le formule di Rayleigh, pensiamo che queste due sorgenti luminose siano i margini di un crepaccio sulla luna, utilizzando i valori ottenuti con le formule riportate sopra si rischierebbe di non evidenziare il crepaccio fig2 A (i rettandolini sono pixel come vedi sono tutti colorati uguali), mentre raddoppiando la lunghezza focale e quindi lavorando a f/40 fig2 B (i pixel ricevono una quantità di luce differente) si può evidenziare il crepaccio. Tutto comunque dipende sempre dal seeing dal contrasto presentato in questo caso dalla superficie lunare e dal sensore utilizzato.